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Data di pubblicazione: 13 ottobre 2004

Cagliari. Pochi e male organizzati: vigili verso la guerra

L'Unione Sarda
Puglia
Maledetti turni: da un sacco di tempo fanno discutere i sindacalisti dei vigili urbani e i responsabili del Comando di via Crespellani. Il fatto è che alcuni poliziotti della municipale lavorano nei due turni più comodi, quelli diurni, mentre ad altri spettano spesso quelli notturni, che i primi non fanno. Morale: i vigili urbani non sono tutti uguali, almeno sotto questo profilo. Per altri, sì: non esistono gradi per gli incarichi più bassi: chi è più anziano guadagna di più, ma resta sempre e soltanto un vigile, senza segni distintivi. Il salto a tenente, capitano e tenente colonnello è molto alto. Si chiama organizzazione del lavoro ed è da sempre una spina nel fianco delle organizzazioni sindacali e dell’amministrazione comunale. Se ne discute da anni, tra battaglie all’ultimo sangue condotte a suon di scioperi, ma il problema resta irrisolto. «Tutto il personale dovrebbe ruotare nei turni di servizio, nelle stesse condizioni professionali e di sicurezza, invece non è così». Terenzio Calledda, della Uil, chiede una ripartizione equa dei turni: «Per esempio, quello tra le quattro e le undici del mattino spetta soltanto ad alcuni vigili, invece dovrebbero ruotare tutti: sarebbe più giusto». Ruggero Pilloni, del sindacato autonomo Diccap, sollecita invece «una maggiore stabilità nelle fasce orarie di utilizzo del personale: nelle turnazioni, le fasce cambiano spesso, e questo comporta un disagio psico-fisico per i vigili». I sindacati, insomma, procedono in ordine sparso, con richieste diverse che si scontrano l’una con l’altra, e per l’amministrazione questa è una bella gatta da pelare: chi accontentare, e con quali soluzioni? D’altra parte, il corpo dei vigili urbani è sempre un po’ riottoso ad accettare le decisioni dei vertici e il risultato è che c’è sempre maretta. Anche la Cgil sostiene, per bocca del suo segretario territoriale della Funzione pubblica Piero Porcu, che «i vigili sono esasperati per l’organizzazione del lavoro: un problema che l’amministrazione non affronta seriamente perché a monte c’è una concezione delle relazioni sindacali che non prevede il confronto. Anche quando si siglano gli accordi, poi bisogna verificarli nel quotidiano: i poliziotti municipali sono abbandonati e cadono vittime del sindacalismo velleitario». La stilettata è per il Diccap, che organizzò la protesta del Capodanno 2002 (fatta di congedi parentali e riposi per donazione sangue nella sera del veglione in via Roma), costata un avviso di garanzia a 40 vigili. Tutte le sigle sindacali, però, sono d’accordo su un punto: i vigili urbani sono pochi. La vecchia pianta organica era di 470 lavoratori, la Finanziaria 2003 ha invece fotografato l’esistente: 297. In realtà, sono 275 circa, di cui pochissimi “quadri”. L’attività si paralizza, dicono i sindacalisti. Mario Delogu, comandante del corpo della Polizia municipale, non accetta il confronto pubblico: «Per i temi sindacali c’è una sede istituzionale che non coincide con le colonne di un giornale». Ribadisce la disponibilità agli incontri, ma in intimità, insomma. Intanto, sotto il coperchio la protesta continua a bollire.
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